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L’AI Act e principali finding

on Maggio 20, 2025


È partita l’applicazione dell’AI Act, la legge per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Sebbene il provvedimento sia entrato in vigore nel mese di agosto del 2024, i primi divieti sono diventati effettivi solo da domenica 2 febbraio 2025. Serviranno, ancora, circa 60 provvedimenti per dare attuazione e completare tutto il quadro normativo previsto dal Regolamento 2024/1689.

L’obiettivo dell’AI Act è di definire responsabilità chiare per chi utilizza software di AI e di promuoverne uno sviluppo sicuro ed etico. La sua finalità è quella di proteggere quindi la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone che interagiscono con i sistemi di AI, anche oltre i confini dell’UE.

La legge include norme sulla trasparenza, sulla sicurezza e sulla privacy, su supervisione umana e precisione per promuovere fiducia e innovazione nel settore dell’AI. L’AI Act classifica i sistemi di intelligenza artificiale in diverse categorie, basate sul loro livello di rischio. Introduce regole e requisiti più rigorosi per quei sistemi ritenuti ad alto rischio. La prima criticità per le aziende è la mancata conformità all’AI Act che può comportare multe fino al 7% del fatturato globale, richiesta di risarcimento civile e danni alla reputazione.

Molte aziende stanno adottando un approccio sempre più personalizzato di assistenza, con l’uso di modelli avanzati di AI (Machine Learning, Deep Learning, NLP) in grado di fornire soluzioni veloci e personalizzate per migliorare l’esperienza del cliente/utente.

Ma alcune norme, percepite come troppo complesse o ambigue, potrebbero complicarne l’interpretazione e l’applicazione. Il rigore di alcuni punti della normativa, inoltre, potrebbe rallentare l’innovazione delle piccole e medie imprese per le quali è sempre difficile trovare risorse da investire in compliance.

Quali scenari si aprono ora per le aziende con l’adozione dell’AI Act?

Oltre alle problematiche legate alla privacy degli utenti, o al diritto d’autore, l’AI Act vuole assicurare che le applicazioni di AI siano trasparenti e che ci sia la massima chiarezza su chi è responsabile in caso di errori o danni causati dai suoi sistemi.

La tecnologia blockchain integrata a sistemi di AI, mette al servizio del sistema, la sua capacità di garantire trasparenza, sicurezza e immutabilità dei dati. La blockchain offre soluzioni innovative a problemi legati alla fiducia, alla trasparenza e all’efficienza in particolare, nel settore legale, vendite, logistica, supply chain, IT e risorse umane.

Le aziende avranno due anni per adeguarsi all’AI Act.

Il loro percorso verso la compliance dipenderà dal tipo di sistema adottato e dal suo livello di rischio. Gli smart contract e la blockchain possono offrire un’interessante opportunità nel contesto della compliance integrata. Gli smart contract rendono le obbligazioni contrattuali più efficienti e sicure. Basata sulla tecnologia blockchain, la piattaforma peer to peer e decentralizzata di Trakti, accelera il flusso contrattuale e automatizza l’attivazione degli smart contracts. Dalle firme digitali, ai controlli KYC e AML, inclusi i pagamenti e la gestione degli obblighi contrattuali, tutto in un unico sistema certificato e auditabile.

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